STUDIO ISPRA

Reti da posta

RETI DA POSTA
Le reti da posta sono reti passive in quanto catturano il pesce che vi incappa restando ferme rispetto all'acqua o al fondo. Sono tipiche reti di sbarramento poiché vengono calate dai pescatori professionali sulle rotte dei pesci.
A differenza di altre categorie di attrezzi da pesca, il rendimento di pesca con le reti da posta dipende dall'approfondita conoscenza da parte del pescatore delle aree, degli spostamenti e delle
abitudini comportamentali delle specie bersaglio. Ciò richiede un’alta professionalità e una lunga
esperienza perché tale mestiere porti un profitto tale da essere comparato con altri mestieri di pesca,
generalmente più redditizi, quali ad esempio lo strascico. L’attività di pesca con reti da posta, nella
maggior parte dei casi, è effettuata da natanti di modeste dimensioni che formano la cosiddetta
"piccola pesca" che è artigianale, stagionale, costiera e con rendimenti variabili Per quanto riguarda le fibre tessili usate per confezionare le reti da posta esse si riducono all'uso

della sola fibra poliammidica (PA) con tre varianti nel processo di produzione: il monofilamento, il
multifilamento ed il multimonofilamento. Il monofilo è costituito da un singolo filamento con un
diametro superiore ad un decimo di millimetro; i monofili con diametro superiore a quattro decimi
sono sufficientemente robusti da poter essere usati singolarmente e sono, infatti, frequentemente
utilizzati nel confezionamento delle pezze per reti da posta. 
Il multifilo è formato da un gran numero di fili molto sottili ciascuno con un diametro
inferiore a sette centesimi di millimetro. Il multimonofilo è costituito da un basso numero di
monofilamenti ritorti insieme con un basso numero di giri. La ragione dell'utilizzo, da parte dei
pescatori, della sola fibra poliammidica per il confezionamento delle reti da posta è dovuta alle sue
caratteristiche di buona tenacità, ottima elasticità e soprattutto buona flessibilità che la rende
particolarmente adatta a aderire ai pesci che v’incappano, come una ragnatela con un insetto. Il
valore del peso specifico del poliammide essendo di poco superiore all'unità (1,14), si rivela idoneo
in acqua perché, per la spinta di Archimede, il peso della rete risulta così molto limitato.
Klust (1973) osservò che il multifilamento presenta un'elevata flessibilità soprattutto
bagnato, mentre il monofilamento ha una flessibilità minore ma comunque sempre tale da renderlo
adatto, come il multifilamento, per la confezione di reti da posta. Inoltre, in anni più recenti, si è
cercato di aumentare la flessibilità del monofilo usato per la costruzione di reti da posta tramite
speciali additivi in fase di produzione.
Una caratteristica essenziale di una rete da posta è la stabilità del nodo. A questo proposito,
la fibra poliammidica è ideale per il raggiungimento di tale importante obiettivo, sia quando il nodo
è bagnato sia, soprattutto, dopo aver subito gli opportuni trattamenti meccanici, chimici, termici o di
finitura cui la pezza di rete è sottoposta durante la sua produzione. Nel caso si volesse ottenere la
massima stabilità è confezionata la rete con nodo doppio che, pur riducendo la tenacità, rende più
sicura la stabilità del nodo e quindi la dimensione di maglia.
Per quanto riguarda le lime, non ci sarebbero particolari controindicazioni nell'uso d’altre
fibre tessili, ma si è riscontrato nel corso dell'indagine presso diverse marinerie italiane, l'uso
prevalente della fibra poliammidica con multifilamenti trecciati.

Nasse

NASSE (TRAPPOLE MOBILI)
Le nasse sono piccole trappole che vengono salpate ogni volta che deve essere prelevato il
pescato e possono essere ricalate nello stesso punto od in zona diversa . Le nasse a
differenza delle reti a postazione fissa hanno sempre un’esca per attrarre la specie oggetto di pesca;
l’esca come si può capire ha un’importanza fondamentale nella pesca professionale per il successo
della cattura, ma non deve neanche essere costosa altrimenti il guadagno sarebbe troppo scarso. Le
esche possono attirare la preda perché soddisfano l’istinto di cibo o per un alto potere olfattivo o per
altre ragioni come nel caso dei rami di lauro che esercitano un potente richiamo sulle seppie
desiderose di deporre le uova. 
Le nasse più antiche sono quelle in vimini, ma oggi si utilizza spesso rete con intelaiatura
metallica od in plastica. La bocca, cioè l’ingresso dove entra la preda è costruito spesso a mano e ha
una forma ad imbuto in rete o fil di ferro. 
La pesca delle nasse può essere completamente manuale quando si opera in prossimità della
costa o può anche essere meccanizzata quando si opera con pescherecci più grossi ed in zone più
profonde. In quest’ultimo caso le nasse sono generalmente collegate ad una certa distanza una

dall’altra ad un unico cavo chiamato trave o madre come nel caso del palangaro. Il trave viene
recuperato con il verricello di bordo.
Le nasse sono attrezzi che consentono lo sfruttamento di zone difficilmente sfruttabili con
altri attrezzi, sono normalmente molto selettive e con impatto ambientale fortemente contenuto.
Non si ha notizia di azione su specie protette.
Dal punto di vista della regolamentazione le nasse possono essere usate ovunque e per tutto
l’anno, tranne che per le nasse da seppia che possono essere regolamentate dal capo del
compartimento marittimo (articolo n. 133 del D.P.R. 1639/68) e quelle per aragoste evidentemente
proibite nel periodo in cui è proibita la pesca dell’aragosta.

Ami e palangari (o palamiti)

AMI
Gli ami sono sicuramente tra gli strumenti più antichi usati per pescare. Consistono di un
uncino di metallo appuntito che opportunamente innescato, cattura i pesci che vi abboccano o vi
restano impigliati. Vi sono in commercio ami di varie forme e dimensioni in funzione della specie
bersaglio e della dimensione del pesce da catturare. Le dimensioni standard degli ami sono
contraddistinte da un numero, mentre la forma è variabile da costruttore a costruttore a seconda
delle tradizioni e delle specie per cui vengono utilizzati. A tale scopo gli ami possono essere con o
senza “barba” (ardiglione), a paletta, ad occhiello, dritti o storti, a gambo lungo o corto . Sono parti dell’amo il collo, il gambo, la punta ed eventualmente l’ardiglione ed a scelta la
paletta o l’occhiello. La distinzione principale va fatta però tra ami ed ancorette .
L’amo ha un unico (raramente due) uncino, mentre le ancorette hanno vari uncini fissati
intorno ad un supporto comune e vengono usate soprattutto per i cefalopodi. Gli ami vengono usati
nella pesca professionale per armare le lenze ed i palangari (detti anche palangresi, palamiti, consi
etc.) strumenti di pesca più complessi formati da vari ami. 
Tutti gli attrezzi formati da ami sono sempre innescati con esche di vario tipo che possono
essere naturali, artificiali, ad attrazione olfattiva o luminosa.

. PALANGARI
Il palangaro (o palamito o palangrese o conso) è formato da un insieme molto numeroso di
ami, tutti collegati ad un unico supporto (filo, cavetto) detto “trave” o “madre” tramite degli
spezzoni di filo chiamati “braccioli”. 
I pescatori distinguono i vari tipi di palangaro in funzione della specie bersaglio quale tonno
(vari Tunnidi), pesce spada (Xiphias gladius), spigole o branzini (Dicentrarchus labrax), anguille
etc. La pesca con il palangaro può essere effettuata completamente a mano nelle varie fasi operative
(innesco, cala, salpamento) oppure avvalendosi di appositi ausiliari di coperta. Uno di questi,
abbastanza in uso è il salpapalangari. Si tratta di un sistema che consente il recupero del palangaro
tramite appunto una macchina a funzionamento idraulico (il salpapalangari) mantenendo tutte le 58
altre operazioni manuali (innesco, sgancio del pesce dall’amo, stoccaggio dell’attrezzo). Al fine di
ottimizzare il lavoro a bordo dei pescherecci professionali e di automatizzare tutte le operazioni di
pesca con il palangaro